Bacco e Calamaio

ovvero del Vino e della Letteratura

 

 

Percorso semiserio tra le cantine letterarie da Omero a Merini, per un moderno simposio

 

Meravigliosa invenzione di Noè, prodigioso dono di Dioniso, liquore sacro per libare alle divinità o per celebrare un rito, nettare da gustare in un banchetto, ovvero filtro satanico capace di scatenare incontrollabili passioni, effimero nepente contro il male di vivere, da millenni il vino riempie prose e poemi delle più diverse civiltà.

 

Bacco e Calamaio vuole essere una degustazione letteraria: un assaggio ai crateri degli eroi omerici (allungare con acqua, si raccomanda), un altro alle tazze colme di Anacreonte, un altro ancora a quelle di Orazio. Sfileremo in corteo dietro a Bacco e Arianna, brinderemo con le coppe del Grande Bardo, parleremo d’amore e di vino tra le damigiane di Baudelaire e tra quelle meno note (quanto insospettabili) di Leopardi. Di passaggio faremo visita alle taverne di autori antichi e moderni, fino a cercare malinconico riparo nelle osterie della Merini. 

 

Le lanterne si accendono,

i calici si levano,

lo spettacolo comincia.

Bacco e Calamaio è questo:

un simposio moderno, che sa di antico.

 

Dopo il brindisi tradizionale e la libagione necessaria, comincia il viaggio nel vino e nella poesia, binomio inscindibile, fin dai tempi di Omero.

Ma è solo l’inizio.

Il pubblico viene accolto da un calice di vino, accompagnato da musica e parole fino a essere congedato ebbro di poesia.

  

 

Le tappe di questo percorso passano con destrezza tra annotazioni di carattere storico e passi di letteratura, dal riso al pianto, dalla luce alle tenebre, con la complicità delle musiche di compositori antichi e moderni e di cantautori nostrani e, naturalmente, di un bicchiere di buon vino.