Di e con Antonella Spina e Paola Scalas
Maschere di Ceda Petrovic
Prima spettatrice: Simona Bonacina
Progetto tra i vincitori di bando Amapola I edizione
residenza artistica presso Fabbrica dell'Esperienza (Milano, novembre-dicembre 2014);
residenza artistica presso Armunia (Castiglioncello/Castello Pasquini, marzo-maggio 2016)
in programma ad IT Festival 2015 (Milano/Fabbrica del Vapore)
Scrivono di Prospettiva M:
# Simona Bonacina
"Uno spazio che è un luogo nel mondo. Chiuso al mondo. Dentro e fuori - un altro mondo... Un universo di segni in abbandono... Gesti che hanno avuto una storia... Tracciano una storia...
Un ritratto d’interno.
Frames colti a singhiozzo nella penombra. Il buio io e la luce sospesi nella memoria...
Una donna. La sua gabbia. La sua cella. La sua non casa. Le sue cose. Ciò che rimane. Le è concesso. Prima di una fine. O di un inizio? E chi pronuncia la sentenza? Un punto su un muro. Un punto su un foglio. Carta bianca che va macchiandosi di una vita spesa consumata riarsa. Un fuoco che brucia. Ferale, glaciale. La parola... detta... scritta... esplosa... riassorbita... La densità del silenzio.
Una mano cerca di riappropriarsi di un senso
Un corpo si fa animale, torna a partorirsi
Come ogni Donna madre di ogni figlia sempre vergine sposa di se stessa
-Forse all’esterno qualcosa è successo, sta succedendo, succederà... Un tempo o ora? O quando?-
Rimane uno sguardo riflesso che squarcia la prospettiva, un grido feroce che non ha suono se non l’amplesso di un possibile se non la poesia di una prima, ultima danza...
Se il cosmo non nacque dal Verbo, ma dalla furia di un Ardhanārīśvara che balla..."
# Corrado Rovida
BLOG-IT / ITfestival @DiDstudio -15 maggio 2015
"C’è una qualche colpa segreta nell’essere donna? Un peccato originale di cui il gentil sesso è chiamato a rispondere? Sembrano queste le domande su cui si arrovella, nella sua prigione, una scrittrice accusata di essere l’ispiratrice di un terribile attentato. Ecco allora che i suoi pensieri prendono forma: da allucinate paranoie evolvono in piccole coreografie gestuali fino a diventare rappresentazioni di figure-chiave del femminino venute a rivendicare all’unisono un’innocenza e un orgoglio spesso negati. Uno spettacolo-riflessione dove la donna è il tema e l’arte è il solo mezzo capace di liberarla."
Foto scattate a Castiglioncello presso Armunia - Castello Pasquini - marzo 2016
Danza minimale - Venezia, piazza s. Marco, gennaio 1998
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