ANITA DEI DUE MONDI
Monologo teatrale sulla storia e la leggenda
di Anna Maria de Jesus Ribeiro ovvero Anita Garibaldi
“Lei è un insieme di due forze primigenie, la forza e il coraggio di un uomo e il fascino e la tenerezza di una donna, manifestati con l’audacia e il vigore con cui brandisce la spada e con il bell’ovale del volto” (L. Rossetti)
Di qui il titolo, Anita dei Due Mondi, non solo dei Due Mondi separati dall’Oceano
Atlantico -e dei quali condivise il titolo di eroina con il marito- ma dei Due Mondi del suo essere donna: da un lato soldato, dall’altro sposa e madre.
Lo spettacolo sceglie questa donna come protagonista di una storia alla quale il marito
Garibaldi partecipa senza esserne il personaggio centrale. Certo la vita di Anita non si può raccontare senza parlare di lui e con ogni probabilità lei stessa mai lo avrebbe
desiderato.
Anche per loro Due Mondi inscindibili: quello del sodalizio politico e rivoluzionario e la
storia d’amore appassionata.
Anita dei Due Mondi vuole essere una “chiacchierata” teatrale, tra amici, come davanti a
un fuoco, a ripercorrere le tappe fondamentali di una vita vissuta all’insegna della lotta per la libertà, che ha contribuito all’unità del nostro Paese. Ha l’ambizione di restituire ad Anita la
sua personalità e la sua storia, unita ma non confusa con il mito di Garibaldi, senza privarla di quell’alone leggendario che solo le vite degli eroi possono emanare.
LO SPETTACOLO
“….Um filho no braço, no outro um fuzil”
Con un braccio il figlio, con l’altro il fucile: è con queste parole che comincia il
racconto. Pochi oggetti, le candele e alcune proiezioni per fare un viaggio: nella casa natale di Anita a Morrinhos, a cavallo nella pampa, sul ponte della nave in mare, sul campo di battaglia in
Uruguay e infine in Italia.
La narrazione è serrata e commossa, come a raccontare la vita di una persona di famiglia,
che si rimpiange di aver poco conosciuto e di cui si serba un ricordo prezioso, fatto di racconti, di storia e di leggenda.
Due sono le motivazioni di fondo che hanno spinto a raccontare questa storia: la prima è
stata la volontà di riportare alla Memoria le gesta di un’eroina che è stata parte attiva del nostro Risorgimento, cercando di dare cuore e sangue a una storia a volte un po’ troppo distante
quando resta sulla pagina scritta e simile a molte altre. La seconda è legata al tema del femminile e del complesso ruolo della donna nella società di allora come in quella di oggi. Anita è
moglie, madre, amante appassionata, compagna di battaglia e nello stesso tempo è colei che attende, che sostiene e che spesso è sola, la cui battaglia più dura è stata quella di far convivere i
suoi due grandi amori: la famiglia e la libertà.
Danza minimale - Venezia, piazza s. Marco, gennaio 1998
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